Social Rights Monitor: Panoramica

Score: 34

Social Rights Monitor: Panoramica

Secondo quanto riferisce il National Strategy Group (NSG), in Italia i diritti sociali hanno subito un peggioramento generale. Persiste la disparità di genere, con divari salariali, occupazionali e formativi tra uomini e donne e si riscontra un aumento significativo della violenza di genere. L’inclusione di persone migranti, rifugiate e richiedenti asilo, così come delle minoranze etniche, è una priorità decisamente bassa per il governo di estrema destra. Il governo ha invece adottato misure che ostacolano attivamente la loro integrazione, nonché il lavoro delle organizzazioni della società civile e delle ONG, che mirano a proteggere i diritti delle persone migranti. La disoccupazione giovanile è ancora elevata ed è improbabile che diminuisca fintanto che le questioni cruciali rimangono irrisolte. Le differenze regionali sono sostanziali in diversi settori: occupazione femminile; tasso di giovani che non hanno un lavoro, né seguono un percorso scolastico o formativo (NEET); occupazione precaria; povertà energetica. Infine, lo spazio civico in Italia versa in condizioni preoccupanti, poiché il diritto di protesta è sempre più limitato e le opinioni dissenzienti vengono criminalizzate.

 

Il Gruppo Strategico Nazionale per l'Italia era guidato dall' ARCI, membro di SOLIDAR.. 

Pari opportunità e accesso al mercato del lavoro

Score: 42

Pari opportunità e accesso al mercato del lavoro

Uguaglianza di genere 

L’NSG segnala una persistente disparità di genere nel mercato del lavoro e nell’istruzione, nonché casi di violenza di genere. Il Global Gender Gap Report del World Economic Forum indica che, al ritmo attuale, l’Italia impiegherebbe 123 anni per raggiungere la parità di genere.[1] L’Italia si colloca all’85° posto su 148 Paesi nella classifica globale del WEF, e settori come i trasporti, la logistica e la finanza presentano divari particolarmente pronunciati. Questa posizione rappresenta un leggero miglioramento rispetto al 2024, quando l’Italia era all’87° posto su 148. Sono necessarie misure per affrontare il divario di genere, poiché i salari più bassi e percorsi di carriera più difficili per le donne comportano una qualità della vita inferiore. Le persone con redditi insufficienti spesso devono rinunciare all’accesso all’assistenza sanitaria e ai beni essenziali. Il basso reddito può anche comportare esclusione sociale, limitando le attività ricreative e le relazioni sociali, o rendendole impossibili. Persistono gravi disparità tra Nord e Sud: oltre il 28% delle donne vive in regioni dove i diritti umani non sono adeguatamente tutelati.[2] L’Italia ottiene un risultato migliore nella categoria “Empowerment politico” del Global Gender Gap Report, posizionandosi al 64° posto su 148, con le donne che detengono il 48,7% dei seggi parlamentari e il 33,3% delle cariche ministeriali.[3] Tuttavia, il rapporto “Sesso è potere” evidenzia ostacoli significativi e persistenti che impediscono alle donne di raggiungere posizioni decisionali.[4] Le donne rappresentano il 41,6% degli eletti nei consigli regionali e il 35% nei consigli comunali, con notevoli differenze tra le regioni.[5]

Si sono registrati lievi miglioramenti nel settore dell’istruzione, con studi che mostrano come un numero crescente di donne e ragazze stia conseguendo titoli di studio più elevati.[6] Le donne possiedono spesso esperienze e qualifiche internazionali superiori rispetto agli uomini. Questo è particolarmente evidente nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni, in cui il 38,5% delle donne ha un titolo di istruzione terziaria, rispetto al 25% degli uomini.[7] La percentuale di donne laureate in discipline scientifiche in Italia è superiore alla media europea, ma persiste un divario di genere nei settori STEM e nelle competenze digitali.[8]

Il divario di genere più critico riguarda l’occupazione. Le donne rappresentano oltre il 40% della forza lavoro, ma meno del 30% ricopre posizioni dirigenziali o manageriali. L’Italia registra il più alto divario di genere nei tassi di occupazione in Europa, pari a 17,4 punti percentuali, quasi il doppio della media UE di 9,1.[9] Tale dato è confermato dall’Indice sull’uguaglianza di genere 2024 dell’Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE).[10] Con un punteggio di 65,5 su 100 nella dimensione occupazionale, l’Italia si colloca ultima tra i Paesi dell’UE, ben al di sotto della media di 74.[11] L’Italia presenta inoltre il quarto più ampio divario retributivo di genere, che negli ultimi anni si è ridotto solo lievemente.[12] Tale disparità persiste sia nel settore pubblico sia in quello privato e ha effetti di lungo periodo, tra cui pensioni mediamente molto più basse per le donne.[13]

Un altro fattore che contribuisce alla minore pensione femminile è l’elevata diffusione del lavoro part-time tra le donne. Le donne continuano a farsi carico della maggior parte delle responsabilità di cura: il 56% delle donne con figli sotto i 12 anni dedica almeno cinque ore al giorno alla cura dei figli, contro il 26% degli uomini. Molte sono quindi spinte ad accettare lavori part-time per conciliare lavoro e cura. Le madri risultano inoltre significativamente più esposte all’inattività professionale: nel Mezzogiorno il 48,2% delle donne con figli non partecipa al mercato del lavoro. La limitata disponibilità di servizi per l’infanzia incide sul rapporto tra occupazione e fertilità e ha contribuito al costante calo del tasso di natalità, evidenzia l’NSG.[14] Nel complesso, il legame tra occupazione e fertilità genera discriminazioni nei confronti delle donne, portando a contratti part-time involontari, segregazione occupazionale e penalizzazioni legate alla maternità. Inoltre, la carenza di servizi di cura, unita alle aspettative sociali e culturali, obbliga molte donne ad assumere ruoli di assistenza familiare.

Il divario di genere persiste nella salute e nell’aspettativa di vita. Sebbene l’aspettativa di vita delle donne sia più lunga in Italia rispetto agli uomini, spesso vivono in condizioni di salute peggiori e sono maggiormente esposte allo sviluppo di malattie croniche. L’assistenza sanitaria incentrata sulle donne, come i test farmacologici specifici per sesso e la ricerca sulle malattie specifiche femminili, riceve scarsa attenzione. La salute riproduttiva delle donne è ulteriormente compromessa dai tentativi di indebolire la legge 194, che regola l’accesso all'aborto. Questa normativa consente anche l’obiezione di coscienza da parte dei professionisti del settore medico che praticano aborti, ancora ampiamente utilizzata in Italia. Il Ministero della Salute ha riferito che nel 2024 il 63,4% dei ginecologi, il 40,5% degli anestesisti e il 32,8% del personale non medico ha invocato l'obiezione di coscienza.[15] [16]

Anche nel sistema carcerario i bisogni e i diritti delle donne vengono ignorati. Le donne costituiscono una minoranza della popolazione carceraria e si trovano in carceri progettate principalmente in base alle esigenze, alle caratteristiche e ai requisiti degli uomini.[17] Inoltre, il Decreto sulla sicurezza entrato in vigore nel giugno 2025 consente la detenzione di donne incinte e madri di neonati.[18] Le organizzazioni della società civile hanno chiesto la rimozione della disposizione in questione dal disegno di legge e il mantenimento del rinvio obbligatorio delle sentenze per queste donne fino al primo compleanno del bambino.[19] Per un'analisi più approfondita, si veda il capitolo dedicato allo spazio civico.

La violenza contro le donne ha continuato ad aumentare. Su 115 decessi legati alla violenza di genere nel 2024, 98 erano femminicidi.[20] Sono stati registrati altri 53 tentati femminicidi.[21] La maggior parte di questi femminicidi è stata commessa da partner e conviventi attuali o precedenti. Nel 2024 sono stati denunciati in totale 6.587 reati di violenza sessuale, con un aumento del 6% rispetto al 2023, e le denunce sono aumentate dell’8%. I casi di abusi all’interno della famiglia e tra conviventi sono aumentati dell’11% rispetto al 2023. Sono aumentati anche lo stalking e gli abusi domestici contro le donne da parte di familiari e conviventi: si è registrato un aumento dell’83,5% delle chiamate valide alla linea telefonica nazionale contro la violenza e lo stalking.[22]

Secondo la Rainbow Map dell’ILGA, l’Italia si posiziona al 35° posto su 49 Paesi per il rispetto dei diritti LGBTQIA+, segnando il secondo calo consecutivo nella classifica.[23] Una questione di rilievo è la mancanza di protezione legale contro la discriminazione e i crimini d’odio, nonostante l’aumento delle aggressioni contro le persone trans e non binarie.[24] Un numero crescente di studenti LGBTQIA+ denuncia episodi di bullismo e discriminazione a scuola. Sono stati registrati anche due decessi legati alla violenza anti-trans: il suicidio di un uomo transgender e l’omicidio di una persona transgender.[25] Il Rainbow Report evidenzia inoltre che le persone LGBTQIA+ non si sentono sicure né libere di essere se stesse a causa della violenza e della discriminazione. Ad esempio, il 53% delle coppie omosessuali riferisce di avere paura di tenersi per mano in pubblico e il 38% ha subito almeno un episodio di discriminazione. Questa situazione ha spinto molti membri della comunità a prendere in considerazione l’idea di emigrare.

Inclusione di persone migranti, rifugiate, richiedenti asilo e di altre minoranze

Secondo il rapporto del NSG, nel 2024 gli arrivi via mare di persone migranti e rifugiate sono diminuiti del 58%, pur restando oltre 66.000.[26] Tuttavia, il numero di domande di asilo è aumentato del 17%, raggiungendo quota 158.056.[27] La politica migratoria italiana continua a essere influenzata dal protocollo Italia-Albania. A novembre, un tribunale civile di Roma ha sospeso la detenzione di sette persone migranti provenienti dal Bangladesh e dall’Egitto trattenute in un centro di rimpatrio albanese, che sono quindi state riportate in Italia. Questa vicenda evidenzia l’illegalità del protocollo Italia-Albania, come riconosciuto dagli stessi tribunali italiani. La sospensione deriva dalla decisione del tribunale di sollevare quattro questioni pregiudiziali relative al Decreto legge 158/2024, che classificava Bangladesh ed Egitto come “Paesi sicuri”, allo scopo di verificarne la compatibilità con il diritto dell’UE, che prevale su quello nazionale.[28] Nel 2024 è inoltre entrato in vigore il Decreto legge 145/2024, che introduce misure contro lo sfruttamento, modifica le procedure di ingresso per le persone straniere lavoratrici e rafforza le quote per alcune categorie, tra cui i rifugiati. Il decreto abolisce anche il meccanismo del consenso tacito, secondo cui una domanda era considerata accettata se le autorità non rispondevano nei termini previsti, sistema che spesso favoriva i richiedenti provenienti da Paesi ad alto rischio come Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka. Secondo l’Ispettorato nazionale del lavoro, inoltre, i controlli sui redditi dei datori di lavoro non sono stati effettuati a causa della mancata trasmissione dei dati nel sistema informativo SPI 2.0.[29] Anche il disegno di legge sulla sicurezza introduce disposizioni più severe per le persone migranti. Tra queste, l’obbligo per i cittadini extracomunitari di presentare una prova di residenza legale per acquistare una scheda SIM.[30] Tale obbligo è stato criticato per la sua natura punitiva e per la possibile violazione dei diritti fondamentali, in quanto limita l’accesso a servizi essenziali.[31]

Uno sviluppo positivo è rappresentato dalla creazione di corridoi umanitari nell’ambito del protocollo firmato alla fine del 2023 da UNHCR Italia, diversi ministeri, ARCI (che guida l’NSG) e altri soggetti.[32] Il protocollo consente il trasferimento di 1.500 persone rifugiate in Italia nell’arco di tre anni. Nel 2024, grazie a questi corridoi, 97 persone sfollate dalla Libia sono arrivate in Italia.

Disoccupazione giovanile

Il tasso di disoccupazione giovanile rimane elevato nonostante alcuni miglioramenti, riferisce l’NSG. Il tasso di disoccupazione generale nel 2024 è sceso di 3,4 punti percentuali al 6,5%, leggermente al di sopra della media europea del 5,9%. La disoccupazione giovanile (15-24 anni) è diminuita in modo significativo di 8,9 punti percentuali, ma resta comunque molto alta, al 20,3%.[33] Il tasso nazionale di giovani che non hanno un lavoro, né seguono un percorso scolastico o formativo (NEET) per la fascia di età 15-29 anni è uno dei più alti in Europa, pari al 15,2%. Fattori come il genere causano notevoli differenze e il tasso NEET per le giovani donne è del 16,6%, rispetto al 13,8% per i giovani uomini.[34] Le differenze più marcate si riscontrano tra il Nord Italia, con un tasso NEET del 9,8%, il Centro con il 12,9% e il Sud con il 23,3%. Questo divario geografico si riflette anche nel tasso di disoccupazione giovanile, che raggiunge il 35% nel Mezzogiorno e supera il 40% in alcune province meridionali.[35] L’NSG individua diverse cause strutturali dell’elevata disoccupazione, che devono essere affrontate per garantire un’occupazione giovanile stabile: transizioni frammentate dalla scuola al lavoro, scarso allineamento tra l’istruzione professionale e le esigenze del mercato del lavoro regionale e la prevalenza di lavori a breve termine e di bassa qualità.[36]

Il governo italiano ha adottato diverse misure per affrontare la disoccupazione giovanile. Il “Decreto Coesione” sostiene lo sviluppo economico e sociale nelle aree meno sviluppate, concentrandosi in particolare sul Sud e sulle zone interne.[37] Diverse misure nazionali attuano iniziative dell’UE, come quelle previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e dal DL 48/2023, che attua la Garanzia per i giovani.[38] Tuttavia, i risultati conseguiti finora restano limitati: solo il 23% delle procedure di appalto pubblico legate alle misure del PNRR ha incluso clausole vincolanti a favore dell’occupazione giovanile.[39] Inoltre, molte imprese hanno sfruttato deroghe, compromettendo l’efficacia degli interventi.[40] L’NSG sottolinea che, per affrontare l’emarginazione e la precarietà dei giovani, soprattutto nel Mezzogiorno, sono necessari cambiamenti strutturali per ridurre il disallineamento tra competenze e domanda di lavoro e per applicare pienamente la quota giovani.

[1] World Economic Forum (2025), “Global Gender Gap Report 2025”: https://reports.weforum.org/docs/WEF_GGGR_2025.pdf

[2] Ibidem.

[3] Ibidem.

[4] Info.nodes (2025), “SESSO È POTERE 2025”: https://infonodes.org/sesso-%C3%A8-potere

[5] Ibidem.

[6] World Economic Forum (2025), “Global Gender Gap Report 2025”: https://reports.weforum.org/docs/WEF_GGGR_2025.pdf

[7] Istat (2025), “Rapporto annuale 2025”:  https://www.istat.it/produzione-editoriale/rapporto-annuale-2025-la-situazione-del-paese-il-volume/

[8] Eurostat (2024), “Women totalled almost a third of STEM graduates in 2021″: https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-eurostat-news/w/ddn-20240308-2 ; Openpolis (2024), “The question of gender gaps in STEM learning”: https://www.openpolis.it/la-questione-dei-divari-di-genere-negli-apprendimenti-stem/

[9] Istat (2025), ” IL LAVORO DELLE DONNE TRA OSTACOLI E OPPORTUNITÀ”: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/le-equilibriste-la-maternita-italia-nel-2025

[10] European Institute for Gender Equality (2025, “Gender Equality Index”: https://eige.europa.eu/gender-equality-index/2024/country/IT

[11] Ibidem.

[12] World Economic Forum (2025), “Global Gender Gap Report 2025”: https://reports.weforum.org/docs/WEF_GGGR_2025.pdf

[13] Istat (2025), “IL LAVORO DELLE DONNE TRA OSTACOLI E OPPORTUNITÀ”: https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/03/istat-cnel.pdf ; Eurostat (2022), “Gender pay gaps in the European Union — a statistical analysis — Revision 1, 2021 edition”: https://ec.europa.eu/eurostat/en/web/products-statistical-working-papers/-/ks-tc-22-002

[14] Save the Children (2025), “La maternità in itaLia 2025”: https://s3-www.savethechildren.it/public/allegati/le-equilibriste-la-maternita-italia-nel-2025.pdf; European Institute for Gender Equality (2023), “A Better Work–Life Balance: Bridging the gender care gap”: https://eige.europa.eu/publications-resources/publications/better-work-life-balance-bridging-gender-care-gap?language_content_entity=en

[15] Ministry of Health (2024), “RELAZIONE DEL MINISTRO DELLA SALUTE SULLA ATTUAZIONE DELLA LEGGE CONTENENTE NORME PER LA TUTELA SOCIALE DELLA MATERNITÀ E PER L’INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA (LEGGE 194/78)”: https://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato1733413460.pdf

[16] Istituto Superiore di Sanità (2025), “Medicina di Genere NEWSLETTER – gennaio”:  https://www.epicentro.iss.it/medicina-di-genere/pdf/MdG%20Newsletter%20gennaio%202025.pdf

[17] Antigone (2025), “Dalla parte di Antigone: Primo rapporto sulle donne detenute in Italia”: https://www.rapportoantigone.it/primo-rapporto-sulle-donne-detenute-in-italia/

[18] La società della ragione (2025), “Nessun dietrofront: donne incinte e madri finiranno in carcere”: https://www.societadellaragione.it/campagne/carcere-campagne/madri-fuori/nessun-dietrofront-donne-incinte-e-madri-finiranno-in-carcere/

[19] La società della ragione (2024), “No al carcere per le donne incinte: appello della Società Civile contro il Disegno di Legge Sicurezza”: https://www.societadellaragione.it/campagne/carcere-campagne/madri-fuori/no-al-carcere-per-le-donne-incinte-appello-della-societa-civile-contro-il-disegno-di-legge-sicurezza/

[20] Osservatorio nazionale NUDM (2024), “Casi di femminicidi lesbicidi trans*cidi monitorati nel 2024 in Italia”: https://osservatorionazionale.nonunadimeno.net/anno/2024/

[21] Polizia di stato (2025), “Violenza di genere: calano le vittime e aumentano le denunce”: https://www.poliziadistato.it/articolo/violenza-di-genere–calano-le-vittime-e-aumentano-le-denunce

[22] Istat (2025), “Il numero di pubblica utilità 1522: dati trimestrali del III 2024”: https://www.istat.it/tavole-di-dati/il-numero-di-pubblica-utilita-1522-dati-trimestrali-del-iii-trimestre-2024/

[23] ILGA (2025), “Rainbow Map”: https://rainbowmap.ilga-europe.org/

[24] FRA (2025), “FUNDAMENTAL RIGHTS REPORT – 2025”: https://fra.europa.eu/sites/default/files/fra_uploads/fra-2025-fundamental-rights-report-2025_en.pdf

[25] World Economic Forum (2025), “Global Gender Gap Report 2025”: https://reports.weforum.org/docs/WEF_GGGR_2025.pdf

[26] IOM (2025), “YEARLY REGIONAL REPORT: Mixed Migration Flows to Europe: Displacement Tracking Matrix (DTM) January – December 2024”: https://dtm.iom.int/sites/g/files/tmzbdl1461/files/reports/DTM_Mixed%20Migration%20Flows%20to%20Europe_Yearly_2024.pdf?iframe=true

[27] CIR Rifugiati (2025), “Asilo e migrazioni: il CIR presenta il Rapporto Attività 2024”: https://cir-rifugiati.org/2025/04/30/asilo-e-migrazioni-il-cir-presenta-il-rapporto-attivita-2024/

[28] Il Sole 24 Ore (2024), “Albania, tribunale Roma rinvia alla Corte Ue e sospende il trattenimento dei migranti: rientreranno in Italia”:  https://www.ilsole24ore.com/art/albania-tribunale-roma-sospende-convalida-trattenimento-sette-migranti-AGNrFg4

[29] Il Fatto Quotidiano (2025), “Lavoratori stranieri, i controlli preventivi promessi non ci sono. L’Ispettorato del lavoro smentisce il Viminale: “Mai ricevuto nulla””:  https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/02/07/lavoratori-stranieri-i-controlli-preventivi-promessi-non-ci-sono-lispettorato-del-lavoro-smentisce-il-viminale-mai-ricevuto-nulla/7868542/

[30] Gazetta Ufficiale (2025), ” DECRETO-LEGGE 11 aprile 2025, n. 48: Disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonche’ di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario. (25G00060) (GU Serie Generale n.85 del 11-04-2025)”: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2025/04/11/25G00060/sg

[31] Melting Pot (2024), “DDL Sicurezza: aumenti di pene, reato di rivolta, norma anti ONG, divieto di Sim per chi non ha il PDS”:  https://www.meltingpot.org/2024/10/ddl-sicurezza-aumenti-di-pene-reato-di-rivolta-norma-anti-ong-divieto-di-sim-per-chi-non-ha-il-pds/

[32] ARCI (2024), “Corridoi umanitari dalla Libia, arrivate 97 persone”:  https://www.arci.it/corridoi-umanitari-libia/

[33] ISTAT (2025), “Rapporto Annuale 2025”: https://www.istat.it/produzione-editoriale/rapporto-annuale-2025-la-situazione-del-paese-il-volume/

[34] Ibidem.

[35] SVIMEZ (2024), “Rapporto sull’economia del Mezzogiorno. Competitività e coesione: il tempo delle politiche. Il Mulino”: https://www.svimez.it/rapporto-svimez-2024/

[36] European Commission (2024), “Education and Training Monitor 2024 – Italy”: https://op.europa.eu/webpub/eac/education-and-training-monitor/en/country-reports/italy.html

[37] Gazetta Ufficiale (2021), “DECRETO-LEGGE 31 maggio 2021, n. 77: Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure”: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2021/05/31/21G00087/sg

[38] Gazetta Ufficiale (2023), “DECRETO-LEGGE 4 maggio 2023, n. 48: Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro”:  https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2023/05/04/23G00057/sg

[39] Openpolis (2024), “The PNRR constraints on the hiring of women and young people are not very effective”: https://www.openpolis.it/i-vincoli-pnrr-sullassunzione-di-donne-e-giovani-sono-poco-efficaci/

[40] Fondazione Di Vittorio (2025), “Precarietà e bassi salari. Dieci anni di Jobs Act”: https://www.fondazionedivittorio.it/rivedi-diretta-precarieta-bassi-salari-dieci-anni-jobs-act

Condizioni di lavoro eque

Score: 31

Condizioni di lavoro eque

Salari adeguati

L’NSG evidenzia due problemi strutturali del mercato del lavoro italiano. Il primo riguarda la stagnazione salariale, soprattutto in un contesto di inflazione persistente. Sebbene i redditi siano aumentati, tale crescita non è stata sufficiente a compensare la perdita di potere d’acquisto causata dall’inflazione. Nel 2023, ad esempio, il reddito lordo delle famiglie è aumentato del 4,7%, mentre l’inflazione per le famiglie è cresciuta del 5,9%.[1] I salari contrattuali sono aumentati del 4,7% tra il 2019 e il 2024, ma l’inflazione è aumentata del 17,3%.[2] L’NSG sottolinea che i salari reali in Italia hanno continuato a diminuire, registrando un calo di 6 punti percentuali nel periodo post-pandemico a causa dello shock inflazionistico.[3] L’Italia è l’unica economia avanzata europea in cui i salari reali restano al di sotto dei livelli del 2013; nel Sud la diminuzione arriva all’8%.[4]

Il secondo problema strutturale riguarda l’elevato numero di lavoratori poveri, con forti concentrazioni regionali. Nel 2024, secondo l’indicatore Eurostat sulla povertà lavorativa (IWP), il 10,2% della popolazione lavorativa italiana era a rischio di povertà, una quota superiore di 2 punti percentuali rispetto alla media europea.[5] Circa 1,4 milioni di questi lavoratori, pari al 60%, vivono nel Mezzogiorno. Si stima che il 22% dei lavoratori del Sud viva in condizioni di povertà, rispetto al 6% registrato nel Nord e nel Centro.[6] Nonostante un lieve miglioramento, il divario retributivo di genere rimane significativo. Nel 2023 si attestava al 22%, con marcate differenze tra i settori.[7] Nel comparto manifatturiero, il salario giornaliero delle donne risulta oltre il 20% inferiore rispetto a quello degli uomini, mentre nei servizi finanziari, assicurativi e aziendali le lavoratrici guadagnano fino al 32,1% in meno. Secondo l’NSG, tali disparità dipendono da fattori economici ed educativi, oltre che culturali e sociali. Le donne risultano sovrarappresentate nei settori a bassa retribuzione, come l’assistenza, e sottorappresentate nelle professioni ad alta specializzazione e ben retribuite, soprattutto quelle che richiedono competenze STEM.[8] L’NSG sottolinea che entrambe queste criticità strutturali richiedono interventi di politica del lavoro, tra cui l’introduzione di un salario minimo nazionale o legale. Attualmente i salari minimi sono fissati a livello settoriale mediante contrattazione collettiva, con conseguenti disuguaglianze socio-economiche tra i lavoratori dei diversi settori.[9]

Sicurezza sul lavoro

La precarietà del lavoro è persistente e strutturale, soprattutto in determinati settori e aree geografiche, sottolinea l’NSG. Il tasso generale di occupazione è aumentato di 2,1 punti percentuali rispetto al 2023, ma un terzo delle persone tra i 15 e i 34 anni e un quarto delle donne dichiarano di essere esposte ad almeno una forma di vulnerabilità lavorativa, come contratti a tempo determinato o lavoro part-time involontario. Le persone sotto i 35 anni presentano un rischio particolarmente elevato (28,1%) e, per il 5,9% delle lavoratrici, il lavoro part-time è involontario.[10] La percentuale di donne impiegate in lavori part-time involontari è particolarmente alta, pari al 13,7%, e il 4,3% di queste lavoratrici ha un contratto a tempo determinato.[11]

L’uso di contratti atipici è molto diffuso. La maggior parte dei posti di lavoro creati tra il 2020 e il 2024 riguarda settori a bassa retribuzione e bassa produttività come il turismo, il commercio al dettaglio e i servizi alla persona.[12] I lavoratori impiegati in questi ambiti, in particolare i giovani e le donne, risultano esposti a forte instabilità occupazionale e a forme di lavoro part-time, oltre ad avere un accesso limitato alla formazione.[13] Per contrastare la precarietà, il governo ha introdotto il Contratto di espansione, attivo dal 2019, che consente alle imprese con più di 50 dipendenti di offrire pacchetti di prepensionamento ai lavoratori più anziani con l'obiettivo di creare opportunità per i lavoratori più giovani.[14] Un’ulteriore misura volta a migliorare l’adattabilità della forza lavoro è la riattivazione del Fondo Nuove Competenze, che finanzia programmi di aggiornamento e riqualificazione professionale promossi dalle imprese.[15]

Sebbene questi sviluppi siano positivi, l’NSG ha sottolineato che i problemi strutturali richiedono soluzioni strutturali. I meccanismi di tutela dell’occupazione sono stati costantemente indeboliti da politiche frammentarie e da una scarsa applicazione delle norme, in particolare per i lavoratori delle piattaforme e per coloro che operano nell’economia dei lavori occasionali.[16] In diversi settori, la precarietà rappresenta un elemento stabile del mercato del lavoro più che una fase transitoria, e giovani e donne risultano sovrarappresentati in tali ambiti. Di conseguenza, le loro tutele lavorative e sociali risultano fortemente compromesse. L’NSG chiede l’adozione di una strategia occupazionale più inclusiva, che unisca riforme di lungo periodo, un rafforzamento dei diritti dei lavoratori e maggiori investimenti regionali.

[1] ISTAT (2025), “Rapporto Annuale 2024. Capitolo 1 L’Economia Italiana: Crescita, Criticità, Cambiamenti”: https://www.istat.it/produzione-editoriale/rapporto-annuale-2024-la-situazione-del-paese-2/

[2] ISTAT (2025), “Rapporto Annuale 2025. L’Economia Italiana: Crescita, Criticità, Cambiamenti”: https://www.istat.it/produzione-editoriale/rapporto-annuale-2025-la-situazione-del-paese-il-volume/ ; Svimez (2024), “Rapporto Svimez. L’economia e la società del Mezzogiorno. Competitività e coesione: il tempo delle politiche. Il Mulino”: https://www.svimez.it/rapporto-svimez-2024/

[3] AA.VV. (2023), “L’inflazione in Italia. Cause, conseguenze, politiche. Pianta, M. (a cura di), Carocci Editore”: https://www.carocci.it/prodotto/linflazione-in-italia-2

[4] Svimez (2024), ”Rapporto Svimez. L’economia e la società del Mezzogiorno. Competitività e coesione: il tempo delle politiche”: https://www.svimez.it/rapporto-svimez-leconomia-e-la-societa-del-mezzogiorno/

[5] The IWP indicator is based on data from the EU-SILC (Statistics on Income and Living Conditions) survey. It defines as poor those individuals aged 18–64 who work more than six months a year and live in a household with an equivalent disposable income below 60% of the national median. ; Eurostat (2025), “In work at-risk-of-poverty rate”: https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/sdg_01_41/default/table

[6] Svimez (2024), ”Rapporto Svimez. L’economia e la società del Mezzogiorno. Competitività e coesione: il tempo delle politiche”: https://www.svimez.it/rapporto-svimez-leconomia-e-la-societa-del-mezzogiorno/

[7] Etica SGR (2025), “Gender pay gap: il divario che resiste (anche in Italia)”: https://www.eticasgr.com/storie/approfondimenti/gender-pay-gap-report-oxfam#:~:text=%C3%88%20quanto%20emerge%20dall’ultima,dal%2027%25%20al%2022%25.

[8] INPS (2024), “XXIII Rapporto Annuale INPS”: https://www.inps.it/it/it/dati-e-bilanci/rapporti-annuali/xxiii-rapporto-annuale.html ; INPS (2024), “Rendiconto di genere 2024 INPS”: https://www.inps.it/it/it/inps-comunica/notizie/dettaglio-news-page.news.2025.02.rendiconto-di-genere-2024-i-dati.html

[9] Eurofound (2024), “Italy: minimum wage country profile”: https://www.eurofound.europa.eu/en/topic/minimum-wage/italy. ; AA.VV. (2025). Lavoro e salari in Italia. Cambiamenti nell’occupazione, precarietà, impoverimento. Evangelista, R. e Pacelli, L. (a cura di), Carocci Editore.

[10] ISTAT (2025), “Rapporto Annuale 2025. La situazione del Paese”: https://www.istat.it/produzione-editoriale/rapporto-annuale-2025-la-situazione-del-paese-il-volume/

[11] Ibidem.

[12] Banca d’Italia (2025), “Relazione Annuale 2024, 30 Maggio 2025”: https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relazione-annuale/2024/rel_2024.pdf

[13] AA.VV. (2025). Lavoro e salari in Italia. Cambiamenti nell’occupazione, precarietà, impoverimento. Evangelista, R. e Pacelli, L. (a cura di), Carocci Editore.

[14] Ius Laboris (2019), “Italy – New mechanism for employers to encourage retirement introduced”: https://iuslaboris.com/insights/italy-new-mechanism-for-employers-to-encourage-retirement-introduced/

[15] https://www.lavoro.gov.it/pn-giovani-donne-lavoro/operazioni-di-importanza-strategica/fondo-nuove-competenze

[16] INPS (2024b), “Rendiconto di genere 2024 INPS”: https://www.inps.it/it/it/inps-comunica/notizie/dettaglio-news-page.news.2025.02.rendiconto-di-genere-2024-i-dati.html

Inclusione e protezione sociale

Score: 27

Inclusione e protezione sociale

Diritto alla casa

Le questioni relative agli alloggi rappresentano un problema rilevante in Italia, riguardando 1,5 milioni di famiglie, pari al 6% dei nuclei familiari. La situazione colpisce soprattutto i gruppi socioeconomici più vulnerabili, esclusi dall’edilizia residenziale pubblica e i lavoratori con salari bassi che non possono sostenere gli affitti di mercato. Questi ultimi sono particolarmente penalizzati dalla diminuzione dei contratti di locazione tradizionali, scesi di 7,2 punti percentuali fino al 10,5%, segnale della crescente riluttanza dei proprietari a offrire questa tipologia contrattuale.[1] Il calo della disponibilità di affitti tradizionali ha ridotto l’offerta di alloggi a prezzi accessibili e ha contribuito a un significativo aumento dei prezzi del 10,6%, con una media nazionale di 13,8 euro al metro quadrato.[2] Parallelamente, un numero crescente di famiglie vive in condizioni di povertà: sia la povertà assoluta sia quella relativa hanno raggiunto livelli che l’ISTAT definisce una crisi sociale.[3] La spesa media per l’abitazione, comprese le utenze, rappresenta il 36% del reddito disponibile delle famiglie, superando la soglia del 30% comunemente indicata come limite di sostenibilità economica.[4] L’International Union of Tenants individua invece nel 25% la quota per considerare l’alloggio realmente accessibile.[5] Questa situazione risulta insostenibile: nel 2023 sono stati registrati oltre 30.000 sfratti per morosità, sebbene in lieve calo rispetto al 2022.[6] Nel tentativo di contrastare l’emergenza, il governo ha reintrodotto nel bilancio 2025 il Fondo per il mancato pagamento involontario.[7] Tuttavia, le risorse stanziate ammontano a soli 10 milioni di euro, cifra nettamente inferiore ai 50 milioni del 2021 e ai 330 milioni del precedente Fondo nazionale per il sostegno agli affitti, finanziato solo fino al 2022.

L’alloggio rappresenta una criticità particolare per alcuni gruppi sociali. Ci sono 900.000 studenti, ma solo 46.193 posti letto disponibili nei dormitori, e questa disparità incide pesantemente sui prezzi delle camere private. Gli affitti sono aumentati in tutte le città studentesche e ora ammontano in media a 461 euro al mese. Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha emanato un decreto (nell'ambito delle misure NRRP menzionate in precedenza) volto a finanziare la costruzione di 60.000 nuovi posti letto, ma la misura ha avuto un impatto limitato, poiché le richieste di finanziamento hanno riguardato solo 11.623 posti letto. C'è inoltre una carenza di alloggi adeguati per la popolazione anziana. Oltre 2,7 milioni di persone anziane vivono in abitazioni che richiederebbero un adeguamento delle infrastrutture per essere adattate alle esigenze di mobilità ridotta, mentre 1,2 milioni vivono in case inadeguate e non adattabili. L’NSG ha inoltre sottolineato che il tema dell’alloggio per le persone anziane non è sufficientemente affrontato nella sfera pubblica e non beneficia di finanziamenti pubblici adeguati.

Eliminazione della povertà

L’ISTAT, in un rapporto pubblicato nel 2023, ha confermato ufficialmente l’esistenza di una crisi di povertà in Italia, registrando oltre 136.000 famiglie in più in condizioni di povertà rispetto al 2022.[11] Le famiglie con bambini risultano particolarmente vulnerabili e, nel 2023, 1,3 milioni di minori vivevano in condizioni di povertà. Già nel 2022 i dati mostravano che una media nazionale del 28,8% dei bambini sotto i 16 anni era a rischio di povertà o esclusione sociale, con forti disparità territoriali: il 46,6% nel Sud e nelle Isole, il 21,4% al Centro e il 18,3% al Nord.[12] Un ulteriore elemento critico è rappresentato dalla povertà educativa infantile, che rimane un problema grave nel Paese. Sebbene l’indice WeWorld evidenzi un calo del tasso di povertà educativa a partire dal 2018, il miglioramento risulta principalmente dovuto alla diminuzione del tasso di abbandono scolastico e non a interventi strutturali volti a risolvere le profonde criticità del sistema educativo italiano.[13] Le famiglie più fragili sono state colpite con particolare durezza dall’inflazione e dal caro vita, che hanno spinto molte realtà già vulnerabili verso la povertà o l’esclusione sociale. Anche in questo caso emergono forti disparità regionali: a fronte di una media nazionale del 23,1% della popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale, nel Sud la quota raggiunge il 39,8%.[14]

Le condizioni economiche di molte famiglie sono peggiorate per diverse ragioni. Il Reddito di Cittadinanza, introdotto per contrastare la povertà e che nei suoi quattro anni di attuazione aveva raggiunto circa 5,3 milioni di persone, è stato abolito nel 2024. Solo circa 760.000 famiglie hanno presentato nuova domanda per l’Assegno di Inclusione, il programma sostitutivo che, dal suo avvio nel gennaio 2024, raggiunge oltre 1,82 milioni di persone.[15] L’Italia continua inoltre a registrare un numero elevato di lavoratori poveri (cfr. sezione “Salari adeguati”). L’inadeguatezza delle pensioni rappresenta un ulteriore fattore di rischio di impoverimento per la popolazione anziana: più della metà dei quasi 18 milioni di pensionati percepisce meno di 750 euro al mese.[16]

L’NSG ha sottolineato, ancora una volta, che sebbene iniziative positive come i bonus specifici per le famiglie povere siano ben accette, sono necessarie misure strutturali per combattere la povertà. È necessario affrontare il problema dei salari bassi, dell’occupazione precaria e della mancanza di una produzione a più alto valore aggiunto.

Accesso a un’assistenza sanitaria di qualità

L’NSG segnala due questioni principali che incidono sul sistema sanitario italiano. In primo luogo, la spesa sanitaria pubblica risulta insufficiente, una situazione che persiste nel bilancio 2025-2027. Lo stanziamento in termini assoluti per il 2024 ammonta a 137,9 miliardi di euro di spesa pubblica.[17] Tuttavia, calcolando il finanziamento del Servizio sanitario nazionale (SSN) in termini reali a prezzi costanti, l’importo effettivo per il 2024 corrisponde a 83 miliardi di euro.[18] Attualmente l’Italia destina solo il 6,2% del PIL al SSN, contro una media UE del 7,3%, e secondo le previsioni del Piano di bilancio strutturale questo rapporto è destinato a diminuire nei prossimi anni.[19]

Il secondo problema riguarda la crescente privatizzazione dei servizi sanitari, con il conseguente aumento dei costi e delle disparità di accesso.[20] Il ricorso all’assistenza sanitaria privata è in aumento: il 23,9% delle persone la utilizza senza copertura assicurativa privata.[21] Allo stesso tempo, 3,4 milioni di famiglie dichiarano di rinunciare all’assistenza sanitaria.[22] Secondo l’ISTAT, nel 2024 quasi una persona su dieci ha rinunciato a visite specialistiche o esami.[23] Le principali motivazioni sono le difficoltà economiche e le lunghe liste d’attesa nel sistema pubblico, che spingono molte persone verso i servizi sanitari privati, dove i tempi di attesa risultano notevolmente più brevi.

L’NSG richiama l’attenzione su due ulteriori sviluppi. In primo luogo, l’adozione della “Legge sull’autonomia differenziata” tramite referendum ha suscitato preoccupazione, in quanto avrebbe concesso maggiore autonomia alle regioni rischiando di aggravare ulteriormente le disparità sanitarie tra Nord e Sud. Tuttavia, la Corte costituzionale italiana ha dichiarato il referendum inammissibile, citando l’incostituzionalità di diversi aspetti della legge.[24] In secondo luogo, il piano ReArm Europe dell’UE richiede agli Stati membri di aumentare la spesa militare al 5% del PIL, il che comporterebbe per l’Italia un incremento di 100 miliardi di euro. In assenza di modifiche alle norme europee sulla sostenibilità finanziaria, tale aumento potrebbe comportare una riallocazione di fondi indispensabili per finalità sociali.

[1] Nomisma (2023), “La casa è una priorità per gli italiani, ma pesa sul futuro la perdita di potere d’acquisto. Presentata l’indagine 2023 sulle famiglie italiane.”: https://www.nomisma.it/focus/indagine-2023-sulle-famiglie-italiane/

[2] Idealista (2025), “Affitti case, nel 2024 canoni in aumento del 10,6% rispetto all’anno precedente”: https://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2025/01/03/195606-affiti-case-nel-2024-canoni-in-aumento-del-10-6-rispetto-all-anno-precedente

[3] Istat (2025), ”Rapporto Annuale 2025″: https://www.istat.it/comunicato-stampa/rapporto-annuale-2025/

[4] Intessa (2024), “L’EVOLUZIONE DELLA SPESA PER CONSUMI DELLE FAMIGLIE: UN CONFRONTO TRA ITALIA, GERMANIA, FRANCIA E SPAGNA”: https://group.intesasanpaolo.com/content/dam/portalgroup/repository-documenti/newsroom/news/2024/APPROFONDIMENTO_consumi_famiglie_maggio_2024.pdf ; Observatorio Casa Abbordabile (2025), “Report OCA 2025 “Abitare fuori Milano – L’abbordabilità della casa tra città attrattiva e regione urbana””: https://oca.milano.it/https-oca-milano-it-wp-content-uploads-2025-03-secondo-report-di-rircerca-oca-pdf/

[5] International Union of Tenants (2024), “IUT Priorities for the European Parliament”: https://ec.europa.eu/futurium/en/system/files/ged/briefing_note_on_security_of_tenure_and_rent_stabilisation_and_rent_control_iut_2018.pdf

[6] Unione inquilini (2024) ” Ultima ora, pubblicati i dati sugli sfratti nel 2023: 80% delle sentenze è per morosità. Chiediamo subito un piano di edilizia residenziale pubblica!”: https://www.unioneinquilini.it/2024/09/27/ultima-ora-pubblicati-i-dati-sugli-sfratti-nel-2023-80-delle-sentenze-e-per-morosita-chiediamo-subito-un-piano-di-edilizia-residenziale-pubblica/#:~:text=Chiediamo%20subito%20un%20piano%20di%20edilizia%20residenziale%20pubblica!,-By%20Unione%20Inquilini&text=%E2%80%9CI%20dati%20degli%20sfratti%202023,l’aggravarsi%20del%20problema.%E2%80%9D

[7] Ministero dell’Economia e delle Finanze (2025), “Bilancio Finanziario – 2025-2027”: https://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/attivita_istituzionali/formazione_e_gestione_del_bilancio/bilancio_di_previsione/bilancio_finanziario/

[8] Portale dei dati dell’instruzione superiore (2025), “I numeri della formazione”: https://ustat.mur.gov.it/

[9] Unioni degli Universitari (2025), “Documenti”: https://unioneuniversitari.it/documenti/

[10] Censis (2025), “La non autosufficienza tra badantato e nuove soluzioni”:  https://www.censis.it/welfare-e-salute/la-silver-economy-e-le-sue-conseguenze/la-non-autosufficienza-tra-badantato-e-nuove

[11] Istat (2024), “La povertà in Italia – Anno 2023”: https://www.istat.it/comunicato-stampa/la-poverta-in-italia-anno-2023/

[12] Istat (2025), ”Rapporto Annuale 2025″:  https://www.istat.it/comunicato-stampa/rapporto-annuale-2025/

[13] WeWorld (2025), “WeWorld Index Italia 2025”: https://www.weworld.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/weworld-index-italia-2025

[14] Istat (2025), ”Rapporto Annuale 2025″: https://www.istat.it/comunicato-stampa/rapporto-annuale-2025/

[15] ISTAT (2025), “Rapporto Annuale 2025. La situazione del Paese”: https://www.istat.it/produzione-editoriale/rapporto-annuale-2025-la-situazione-del-paese-il-volume/

[16] INPS (2025), “Osservatorio sulle pensioni: i dati 2024 e 2025”: https://www.inps.it/it/it/inps-comunica/notizie/dettaglio-news-page.news.2025.03.osservatorio-sulle-pensioni-i-dati-2024-e-2025.html

[17]

[18] Etica ed Economica (2024), “Il Servizio Sanitario Nazionale: L’importanza di tornare alle origini. Etica ed Economia”: https://eticaeconomia.it/il-servizio-sanitario-nazionale-limportanza-di-tornare-alle-origini/

[19] Camera dei Deputati (2025), “Organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale”: https://temi.camera.it/leg19/temi/19_tl18_organizzazione_ssn.html

[20] Gruppo solidarietà (2025), “GIMBE. La spesa sanitaria privata in Italia nel 2023”: https://www.grusol.it/apriInformazioniN.asp?id=9571

[21] Crea Sanita (2024), “Rapporto Sanità 2024 - Edizione XX”:  https://www.creasanita.it/attivitascientifiche/rapporto-sanita-2024-edizione-xx/?12portfolioCats=38

[22] Ibidem.

[23] ISTAT (2025), “Rapporto Annuale 2025. La situazione del Paese”: https://www.istat.it/produzione-editoriale/rapporto-annuale-2025-la-situazione-del-paese-il-volume/

[24] Corte costituzionale (2024), “Sentenza  192/2024 (ECLI:IT:COST:2024:192)”:  https://www.cortecostituzionale.it/actionSchedaPronuncia.do?param_ecli=ECLI:IT:COST:2024:192

Spazio civico

Punteggio: 17

Spazio civico

Spazio favorevole alla società civile

La piattaforma internazionale CIVICUS Monitor classifica l’Italia nella categoria “ristretto”.[1] Ciò indica che, sebbene individui e organizzazioni della società civile possano esercitare i propri diritti alla libertà di associazione, di riunione pacifica e di espressione, tali diritti sono spesso violati attraverso vessazioni, arresti o aggressioni nei confronti dei critici del potere, nonché mediante l’uso eccessivo della forza durante le proteste e pressioni politiche sui media. Secondo il rapporto dell’NSG, lo spazio civico in Italia è peggiorato in modo significativo e manca un adeguato rispetto dello Stato di diritto.[2] Le organizzazioni e le persone che esprimono opinioni divergenti rispetto a quelle del governo vengono criminalizzate e le possibilità di esprimere tali posizioni risultano sempre più limitate.

Il Decreto sicurezza, approvato nell’aprile 2025, introduce nuovi strumenti che consentono al governo di reprimere la resistenza sociale. Gli importi delle sanzioni sono stati aumentati e sono state ampliate sia le misure di protezione per la polizia sia le competenze dei servizi di intelligence. È stato inoltre esteso l’ambito dei reati legati alla disobbedienza civile e alle manifestazioni pubbliche. Tali misure hanno colpito diverse forme di protesta: la resistenza passiva è ora penalmente perseguibile.[3] La libertà sindacale è stata ulteriormente limitata, dopo essere già stata compromessa dagli ordini di rientro al lavoro emanati dal vice primo ministro Matteo Salvini.[4] Sono stati repressi anche movimenti giovanili e ambientalisti, così come eventi musicali di controcultura, già colpiti in passato dalla normativa “anti-rave”.[5] Il decreto introduce inoltre misure amministrative preventive contro individui ritenuti “socialmente pericolosi”.[6] A queste persone può essere limitata la circolazione all’interno di “zone rosse” appositamente istituite,[7] e può essere imposto l’allontanamento anche qualora stiano esercitando il diritto di riunione pacifica.[8] La Corte di Cassazione ha sollevato dubbi sulla costituzionalità del decreto, poiché un decreto legge aggira il dibattito parlamentare ed è normalmente riservato a questioni urgenti, rendendo controverso il suo impiego per limitare diritti fondamentali.[9]

Un altro provvedimento, il decreto Caivano bis, che estende l’applicazione delle misure preventive ai minori, presenta diverse disposizioni dichiarate incostituzionali dalla Corte costituzionale italiana.[10] Sia questo decreto sia il Decreto sulla sicurezza contribuiranno ad aggravare le condizioni, già gravemente compromesse, delle carceri italiane. Le strutture penitenziarie risultano sovraffollate, con un tasso medio di occupazione pari al 136,6%, mentre il carcere di San Vittore a Milano ha registrato un picco del 225%.[11] Il Decreto sulla sicurezza ha inoltre introdotto la criminalizzazione della resistenza passiva nelle carceri, riducendo in maniera significativa la possibilità per le persone detenute di denunciare le proprie condizioni di vita. Le condizioni di salute, sia fisica sia mentale, stanno peggiorando e nel 2024 sono stati registrati 88 suicidi nelle carceri italiane, il dato più alto mai rilevato. Nel solo primo trimestre del 2025 si sono contati 33 suicidi.[12]

L’NSG segnala un aumento dei tentativi di criminalizzare le organizzazioni della società civile e le loro attività. Le restrizioni ex ante delle azioni di protesta avvengono attraverso strumenti legislativi, come la legge 6/2022 che colpisce le forme di disobbedienza civile promosse dai movimenti ambientalisti, e tramite perquisizioni arbitrarie e misure amministrative, quali ordini di espulsione e divieti di accesso ai centri urbani.[13] Le restrizioni ex post si manifestano attraverso procedimenti legali e mediante un uso sproporzionato della forza da parte della polizia, sia durante le manifestazioni sia all’interno delle stazioni di polizia.[14]

Le organizzazioni della società civile segnalano anche un incremento di altri tipi di attacchi. Il loro finanziamento, e quindi la loro operatività, è minacciato dall’imminente abolizione dell’esenzione IVA per gli enti senza scopo di lucro, una misura che rischia di compromettere la sostenibilità economica delle attività – spesso autofinanziate – e, in ultima istanza, di limitare la libertà di associazione.[15][16] Le ONG che difendono i diritti delle persone migranti sono state inoltre oggetto di specifiche restrizioni governative volte a indebolirne la capacità operativa.[17]

[1] CIVICUS (2025), “CIVICUS Monitor – Italy”: https://monitor.civicus.org/country/italy/

[2] Linkiesta (2023), “Lo stato del mondo. L’Italia è una democrazia imperfetta, spiega l’Economist”: https://www.linkiesta.it/2023/02/democracy-index-2023-italia/

[3] Internatiozonale (2025), “Cosa prevede il decreto sicurezza”: https://www.internazionale.it/notizie/annalisa-camilli/2025/04/08/cosa-prevede-il-decreto-sicurezza

[4] Domani (2024), “Salvini “ministro della precettazion”», record di tentativi. Ma stavolta il Tar dà ragione ai sindacati”: https://www.editorialedomani.it/fatti/sciopero-salvini-precettazione-sindacati-tar-garante-dati-npdbv8ru

[5] IPSOA (2023), “Il “Decreto RAVE” è stato convertito in legge”: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2023/01/03/decreto-rave-stato-convertito-legge

[6] Il Sole 24 Ore (2025), “Ddl sicurezza, ampliati i poteri dei servizi segreti: ecco cosa cambia”: https://www.ilsole24ore.com/art/ddl-sicurezza-ampliati-poteri-servizi-segreti-ecco-cosa-cambia-AGBtMQeD

[7] Ministero dell’Interno (2024), “‘Zone rosse’ nelle grandi città, direttiva del ministro Piantedosi per innalzare la sicurezza urbana”: https://www.interno.gov.it/it/notizie/zone-rosse-nelle-grandi-citta-direttiva-ministro-piantedosi-innalzare-sicurezza-urbana

[8] Magistratura Democratica (2024), “Zone rosse: i soggetti “segnalati” e le libertà costituzionali (di tutti)”: https://www.magistraturademocratica.it/articolo/zone-rosse-i-soggetti-segnalati-e-le-liberta-costituzionali-di-tutti/

[9] Il fatto Quotidiano (2025), “Dl sicurezza, il penalista Gatta: “Inutile. E l’urgenza umilia le Camere””: https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2025/04/06/dl-sicurezza-il-penalista-gatta-inutile-e-lurgenza-umilia-le-camere/7941934/ ; OSCE Office for Democratic Institutions and Human Rights (2024), “Opinion on certain articles of Bill no. 1660 relating to countering terrorism, public security, protection of personnel in service and prison regulations”: https://legislationline.org/sites/default/files/2024-05/2024-05-27%20-%20Opinion_Italy_Draft%20Law%20on%20Public%20Security%20-%20final.pdf

[10] Sistema Penale (2023), “”Decreto Caivano”: le novità introdotte con decreto-legge dal Consiglio dei Ministri (comunicato stampa)”: https://www.sistemapenale.it/it/notizie/decreto-caivano-le-novita-introdotte-con-decreto-legge-dal-consiglio-dei-ministri-comunicato-stampa

[11] Antigone (2025), “XXI Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione”: https://www.rapportoantigone.it/ventunesimo-rapporto-sulle-condizioni-di-detenzione/

[12] Antigone (2025), “XXI Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione”: https://www.rapportoantigone.it/ventunesimo-rapporto-sulle-condizioni-di-detenzione/focus-suicidi/

[13] Amnesty International (2024), “Il Ddl contro gli attivisti climatici è legge”: https://www.amnesty.it/il-ddl-contro-gli-attivisti-climatici-e-legge/ ; TGR Veneto (2024), “Padova, perquisite dalla polizia le abitazioni di 5 attivisti di “Ultima generazione””: https://www.rainews.it/tgr/veneto/articoli/2024/05/padova-perquisite-le-abitazioni-di-alcuni-militanti-di-ultima-generazione-03b368e9-61c2-45ac-a407-d05c8e79f877.html ; L’Independente (2024), “Firenze: la procura indaga i manifestanti pro-Palestina, mentre non si ferman le proteste”: https://www.lindipendente.online/2024/05/29/firenze-perquisite-le-case-dei-manifestanti-pro-palestina-mentre-non-si-arrestano-le-proteste/ ; La Repubblica (2024), “La storia di Erica Barberi: “Io, punita con il foglio di via per un‘azione non violenta. Mi impediscono di studiare””: https://palermo.repubblica.it/cronaca/2024/04/30/news/ultima_generazione_erica_barberi_foglio_di_via_palermo-422775182/

[14] Domani (2024), “Come un boss mafioso: l’ambientalista di Ultima Generazione rischia la sorveglianza speciale”: https://www.editorialedomani.it/fatti/giacomo-baggio-ultima-generazione-attivista-rischia-sorveglianza-speciale-tribunale-t3y9j6mq ; https://www.repubblica.it/cronaca/2025/06/03/news/pescara_giovane_morto_infarto_colpito_con_taser_polizia-424646042/?ref=RHLF-BG-P1-S1-T1-SPAZIOFIRME%C2%B0 ; TG la 7 (2024), “Dopo Pisa anche a Firenze manganellate contro gli studenti pro Palestina”: https://tg.la7.it/cronaca/pisa-manganellate-studenti-pro-palestina-firenze-25-02-2024-206885 ; Avvenire (2024), “Mattarella a Piantedosi: manganellare i ragazzi è un fallimento”: https://www.avvenire.it/attualita/pagine/firenze-e-pisa-cariche-della-polizia-contro-gli-studenti-e-polemica ; Open (2024), “Bologna, l’attivista di Extinction Rebellion: “In questura spogliata e perquisita, ho denunciato”:  https://www.open.online/2024/07/27/bologna-attivista-extinction-rebellion-denuncia-abusi-questura/ ; Domani (2025), “Extinction Rebellion denuncia le questure di Roma e Brescia dopo le perquisizioni sugli attivisti”: https://www.editorialedomani.it/fatti/extinction-rebellion-denuncia-questure-roma-brescia-perquisizioni-attivisti-diritto-dissenso-pacifico-xxnvc7kj

[15] Cantiere Terzo Settore (2024), “In Gu il dl Milleproroghe con il rinvio del nuovo regime Iva al 1° gennaio 2026”: https://www.cantiereterzosettore.it/nel-dl-milleproroghe-il-rinvio-del-nuovo-regime-iva-al-1-gennaio-2026/

[16] Ansa It (2025), “Sede Cgil di Taranto imbrattata con scritte no vax”: https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2024/10/07/sede-cgil-di-taranto-imbrattata-con-scritte-no-vax_af667f5a-cbbb-4f41-b0ba-43302d5a39ff.html ; https://it.wikipedia.org/wiki/Assalto_alla_sede_della_CGIL ; https://www.rainews.it/tgr/piemonte/articoli/2025/01/vetrine-infrante-serranda-divelta-bomba-carta

[17] Il manifesto (2024), “Così il decreto flussi può affondare le ong”: https://ilmanifesto.it/cosi-il-decreto-flussi-puo-affondare-le-ong ; Valiglia Blu (2024), “Gli effetti del Decreto Piantedosi sul soccorso in mare”: https://www.valigiablu.it/ong-soccorso-mare-decreto-piantedosi-effetti/ ; La Repubblica (2024), “Le rotte vessatorie per le navi ”Andare al nord è stato come fare tre volte il giro del mondo”. Spesi otro milioni di euro n più””: https://www.repubblica.it/italia/2024/08/18/news/navi_ong_rotte_porti_lontani-423450835/

Transizione giusta

Score: 50

Transizione giusta

Accesso all’energia e povertà energetica

Secondo un rapporto preliminare del 2024 dell’Osservatorio italiano sulla povertà energetica, la situazione in Italia è peggiorata in modo significativo. [1] Il documento sottolinea che la povertà energetica incide profondamente sulla vita quotidiana delle famiglie italiane che faticano a sostenere i costi crescenti. Nel 2023 circa 2,36 milioni di famiglie hanno vissuto in condizioni di povertà energetica, con particolare incidenza tra i nuclei con minori a carico e quelli che includono almeno un cittadino straniero. [2] Esistono anche importanti disparità territoriali, con il Sud Italia sempre più colpito dalla povertà energetica. [3] Molte famiglie stanno scegliendo di ridurre drasticamente i consumi per il riscaldamento, come dimostra il calo della spesa energetica media. Tra le probabili ragioni vi sono l’aumento dei prezzi dell’energia e la riduzione del sostegno pubblico alla spesa energetica delle famiglie, a seguito di un aumento in risposta alla crisi energetica del 2022. [4] La spesa pubblica per il sostegno energetico è stata pari a 27,3 miliardi di euro nel 2022, ma solo 10 miliardi di euro del bilancio dello Stato sono stati stanziati per tali programmi nel 2023. [5]

L’Italia non dispone di un quadro normativo chiaro a sostegno delle Comunità energetiche rinnovabili e solidali per l’attuazione dell'iniziativa dell’UE sulle comunità energetiche, sottolinea l’NSG. Le Comunità energetiche rinnovabili e solidali sono essenziali, sottolinea l’NSG, in quanto affrontano le sfide normative e finanziarie che incidono sulla fornitura di un accesso inclusivo ed equo all’energia. Secondo l’NSG, la pubblicazione del Piano di efficienza energetica per gli alloggi sociali e le abitazioni delle famiglie a basso reddito potrebbe rappresentare uno sviluppo positivo. Il piano, che fa parte del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), è destinato a migliorare le condizioni di vita e la qualità degli alloggi di milioni di persone che vivono in situazione di povertà[6]

[1] IPE (2024), “La povertà energetica in Italia”: https://oipeosservatorio.it/wp-content/uploads/2024/12/2024_PE_ITA_2023.pdf

[2]  Istat (2024), “Annuario statistico italiano 2024”: https://www.istat.it/produzione-editoriale/annuario-statistico-italiano-2024/

[3] IPE (2024), “La povertà energetica in Italia”: https://oipeosservatorio.it/wp-content/uploads/2024/12/2024_PE_ITA_2023.pdf

[4] Ibidem.

[5] Ibid.; UPB (2024) ”Rapporto sulla politica di bilancio”: https://www.upbilancio.it/wp-content/uploads/2024/06/Rapporto_2024_pol_bil.pdf

[6] Struttura di Missione PNRR (2025), “Missione REPowerEU: pubblicato il decreto per il miglioramento dell’efficienza energetica dell’Edilizia Residenziale Pubblica (ERP)”: https://www.strutturapnrr.gov.it/it/documenti/comunicati-stampa/pubblicato-il-decreto-per-il-miglioramento-dell-efficienza-energetica-erp/

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